PRE/VISIONI
ore 20.30
Liceo Scientifico “Lorenzo Respighi” / Teatro Gioco Vita
L’AUGELLINO BELVERDE Una Fiaba Fuori Dal Tempo
da Carlo Gozzi
progetto e regia Nicola Cavallari
con gli studenti del Laboratorio teatrale
performance finale del Laboratorio teatrale extracurricolare 2019/2020/2021
del Liceo “Respighi” di Piacenza (coordinamento artistico Nicola Cavallari,
coordinamento didattico professoressa Emanuela Sindaco – referente teatro per il Liceo “Respighi”)
realizzato con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano
NOTE DI REGIA di Nicola Cavallari
Gli spettacoli teatrali prendono sempre spunto dall’osservazione dell’oggi, anche quando sono ambientati in epoche lontane; succede così anche per il nostro Augellin. Lo spettacolo doveva debuttare nel maggio del 2020. Lo studio del testo e dell’autore erano già stati affrontati, le prove erano iniziate, poi improvvisamente… l’impensabile.
Teatri chiusi, scuole chiuse, il web intasato, e ovviamente il progetto riposto in un cassetto. Arriva l’estate 2020 e tutto pare andare per il meglio… siamo pronti! Alla ripresa singhiozzante della scuola, si riprende anche il laboratorio. Nuovo debutto a dicembre 2020. Qualcuno lo abbiamo perso: nuovo anno scolastico, nuove responsabilità; “dai è comprensibile…”; “quest’anno è l’ultimo c’è l’esame…”; “dai, noi ce la facciamo lo stesso”; “sì con le mascherine… senza toccarvi, distanti… igienizza… non potete toccare quella sedia in due, almeno prima usate l’igienizzante spray…. Dai, dai, che andiamo bene lo stesso…”. Chiusi. Di nuovo.
Lo spettacolo finisce nuovamente nel cassetto, ma questa volta in quello in fondo, quello che non si apre quasi mai, quello dove ci sono le cose che si dimenticano. Intanto intorno a noi ci si è dimenticati, almeno in parte, anche del teatro e della scuola, ma nonostante tutto, le due realtà han continuato a lavorare, tra mille difficoltà.
Eccoci finalmente al debutto. Dei quasi 30 che eravamo, siamo rimasti meno della metà.
Del resto si sa: the show must go on. Però intanto è passato più di un anno, anzi quasi due…
Non possiamo più farlo classico, e neppure alla Tarantino… E allora? Allora raccontiamo, anche, quello che ci è successo. Che è successo a tanti se non a tutti.
Puck nel Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare definiva gli “abitanti” del palcoscenico ombre. E le ombre, senza luce, non ci sono più. Prendendo spunto da Gozzi e dai suoi simulacri (i personaggi-statue), anche noi facciamo agire su un palcoscenico spoglio, e forse abbandonato da troppo tempo, delle statue. Oggetti inanimati che prendono vita grazie a quella luce, a quella magia che è l’incontro, la condivisione, il gioco tra chi sta in scena e il pubblico.
Ma in quale epoca è ambientato lo spettacolo? Nell’epoca che abbiamo appena vissuto fino a oggi, un’epoca senza tempo. O almeno, dove la percezione del tempo è cambiata.
Il linguaggio, i costumi, persino gli oggetti di scena ricordano diversi tempi, diversi spettacoli, come se avessimo messo tanti vestiti, bianchi e colorati, in lavatrice a 90°, come se leggessimo un libro di fantascienza steampunk, come se avessimo vissuto il lockdown, come se… come se facessimo teatro. In fondo raccontiamo soltanto una fiaba. E se alla fine non vi convinceremo, allora… allora fate conto di avere, soltanto, sognato.
un grazie a MICHELE.KATIA.PHOTOGRAPHY per l’immagine della locandina
Teatro Filodrammatici